Bonus edilizi, boom di esodati

In molti casi le persone hanno fatto in buona fede pieno affidamento nei contratti sottoscritti.

Richieste in regola ma la banca fa orecchie da mercante.

Bonus edilizi, esodati in forte aumento. Il fenomeno assume ogni giorno di più i contorni di una situazione kafkiana.
La situazione, da tempo, è diventata assai insostenibile giacché ci sono soggetti che si trovano nella circostanza in cui, da un lato, hanno posto in essere tutte le procedure per la cessione del credito, rispettando le istruzioni fornite dalle varie piattaforme incaricate per la verifica dei set documentali e, dall’altra, l’istituto di credito non risponde oppure, informalmente e a distanza di molto tempo, comunica che non ha accettato il credito d’imposta.
Ciò comporta un grave nocumento al contribuente (persona fisica o impresa), poiché in molti casi trattasi di persone che hanno fatto in buona fede pieno affidamento nei contratti sottoscritti per la cessione ed ora si ritrovano a “mani vuote”; anzi peggio, poiché devono saldare i fornitori, piuttosto che rientrare da finanziamenti ponte.
Ebbene, qui siamo di fronte non a operazioni recenti che si sono scontrate nei vari decreti emergenziali come, in particolare, il dl 157/2021 o il dl 11/2023, ma in situazioni che dovevano essere regolarmente completate in tempi tecnici ragionevoli, onde non mettere “fuori gioco” il legittimo interessato.
Si tratta, come anticipato, di molteplici casi, in costante aumento, che si registrano quotidianamente, e con primari intermediari finanziari (Banca Intesa SanPaolo, Poste Italiane e quant’altro).
Nello specifico, si annotano situazioni in cui nonostante siano stati ceduti i crediti nel corso del 2021, con report favorevoli anche quali second opinion, la banca e/o posta, è rimasta silente e così facendo ha contribuito a “congelare” il credito, non permettendo al diretto interessato nemmeno l’utilizzo della prima rata nella propria dichiarazione dei redditi, quale detrazione d’imposta (ammesso che avesse la capienza).
Ciò non può essere ammesso poiché il rapporto tra le parti (titolare della detrazione e/o credito d’imposta e intermediario finanziario), oltre ad essere regolato da un contratto di cessione regolarmente sottoscritto, deve sempre soggiacere alla “buona fede” oltre che al legittimo affidamento, tenuto altresì conto delle rispettive posizioni.
Di conseguenza, le lungaggini delle banche non possono impattare così gravemente sulle persone (e/o imprese) che hanno posto in essere tutto quanto necessario e vengono a trovarsi, a distanza anche di oltre un anno, nell’impossibilità di gestire le predette detrazioni e/o crediti d’imposta correttamente maturati.
Per dirimere questi ulteriori problemi ed evitare un contenzioso strisciante, è sempre più incombente un doppio intervento.
Da una parte il legislatore, che si è impegnato da tempo a trovare delle soluzioni, dovrà porre in essere quanto prima le disposizioni per la remissione in bonis sine die di quei casi rimasti incagliati nelle pastoie burocratiche del sistema, e che hanno ottenuto il “bollino” di correttezza e, quindi, la piena legittimazione alla cessione/circolazione, come sancito dall’art. 121 del dl 34/2020, come integrato e modificato dai provvedimenti succedutosi.
Dall’altra parte, l’intermediario finanziario (banca) e Poste Italiane, dovranno quanto prima sbloccare i crediti acquistati e risultanti nei cassetti fiscali a loro nome, in corso di accettazione o accettati, peraltro in data anteriore a quella con cui le poste hanno dichiarato chiuse le operazioni di cessione (7/11/2022) dando formale comunicazione al soggetto interessato entro e non oltre un termine temporale ragionevole, in modo tale che il lungo trascorrere del tempo non metta nella condizione lo stesso contribuente dall’effettuare una scelta diversa, ossia perdere la più volte citata detrazione e/o credito d’imposta, di fatto registrando così una decadenza non contemplata da alcuna disposizione di legge ma avveratasi solo dall’accavallarsi di procedure farraginose e irragionevoli.
In conclusione, si tratta di dare credito al ministro Giorgetti che in tema di superbonus ha affermato l’impegno del Governo «sui crediti incagliati perché si tratta di famiglie e imprese che in buona fede hanno creduto ai messaggi fuorvianti della gratuità per tutti»; oltre alla soluzione che verrà proposta la prossima settimana con gli emendamenti al dl 11/2023 all’esame della Camera, il ministro ha riferito altresì di essere ottimista perché ha segnali che banche, assicurazioni e Poste faranno ripartire già nei prossimi giorni le acquisizioni dei crediti d’imposta.

Alessandro Pescari e Fabrizio G. Poggiani

Fonte: ItaliaOggi | 28.03.2023

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