AAA formazione cercasi disperatamente

Il fenomeno delle grandi dimissioni e le sfide lanciate dal Pnrr.

Nella fase post-pandemia è accresciuto il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Come rilevasi dal Bollettino Excelsior di Anpal e Unioncamere, le imprese hanno difficoltà a reperire profili da inserire nel proprio organico e in particolare nell’individuare giovani lavoratori con le competenze necessarie.

Emerge una crescita significativa della difficoltà nel trovare i profili ricercati, che si attestano nel 41% degli ingressi (a fronte del 32% dell’anno precedente). Tra le diverse aree aziendali, la produzione dei beni e/o erogazione del servizio si conferma anche nel 2022 come quella che concentra il numero più elevato delle assunzioni programmate, con una quota sul totale pari al 47%, in linea con l’anno precedente. Tra le diverse aree aziendali spiccano i sistemi informativi, la progettazione, ricerca e sviluppo e l’installazione e manutenzione che condividono elevati livelli nella difficoltà nel reperire i profili richiesti (tra 56 e 61%).
Le competenze digitali sono particolarmente importanti anche per i diplomati degli ITS (72%). Quelle relative alle tecnologie e applicazioni 4.0 e all’utilizzo di metodi matematici e informatici hanno invece importanza elevata (oltre il 70%) solo per i laureati in scienze matematiche fisiche e informatiche. Le competenze trasversali (o soft skill) sono le più diffusamente richieste, ma anche in questo con indicazioni di importanza elevata più alte per i titoli terziari. L’accelerazione registrata negli ultimi anni da parte delle imprese nell’innovazione di prodotto e/o di processo, nel paradigma della transizione digitale e green, peraltro ha trovato il sistema formativo impreparato per sostenere il cambiamento in atto. Ciò che sembra mancare nell’offerta è il grado di preparazione; infatti, devono migliorare le competenze tecnico-scientifiche che il mercato richiede oggi e che richiederà nel futuro. Il sistema duale, inteso come modalità di apprendimento basata sull’alternarsi di periodi formativi “in aula” (presso un’istituzione formativa) ed esperienze di formazione pratica in “ambiti lavorativi” (presso un’impresa/organizzazione) e l’alternanza scuola-lavoro andrebbero perciò rafforzati.
Tuttavia, qualcosa sta cambiando, anche grazie al PNRR. Già a partire dal 2018 sono stati istituiti competence center e digital innovation hub con partenariati pubblico-privati. Il compito di tali “centri di eccellenza” era ed è quello di svolgere attività di orientamento e formazione alle imprese su tematiche o nell’attuazione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzati alla realizzazione, da parte delle imprese fruitrici, in particolare delle Pmi, di nuovi prodotti, processi o servizi, per i quali parallelamente sarebbe stato necessario istituire una formazione ad hoc degli addetti chiamati a scaricare a terra le citate attività.
Inoltre, a livello intermedio (post diploma di scuola secondaria o diploma professionale) si stanno sempre più strutturando gli ITS Academy, anche se sono ancora poco conosciuti e diffusi in Italia. Trattasi di percorsi, di durata biennale o triennale, con l’obiettivo di accrescere/formare in modo professionalizzante i giovani del nostro Paese. Essi, comunque, si sono dimostrati in grado di fornire elevate specializzazioni tecniche oggi molto richieste dalle imprese, ma spesso introvabili.

Ed è proprio che dalla di ricerca scientifica e dalla collaborazione tra imprese, università, centri tecnologia, enti locali, sistema scolastico e formativo che vengono offerte nuove ed elevate competenze digitali e tecnologiche per promuovere e sostenere i processi della transizione digitale ed ambientale. Tale sistema, se correttamente sostenuto da tutti gli “attori” in campo, anche in considerazione delle specificità delle diverse aree territoriali (distretti), può contribuire alla competitività del Paese.

Alessandro Pescari

Fonte: RatioQuotidiano | 22.03.2023

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