Moratoria pmi frammentata

Le banche con richieste e modulistiche differenziate. Consulenti e imprese alle prese con burocrazia e corsa contro il tempo per le richieste

Sulle misure di sostegno alle imprese e famiglie, banche in ordine sparso e non solo per la tipologia di interventi attuati. Disagio tra gli operatori (commercialisti e consulenti) costretti a predisporre le domande in tempi strettissimi ma con modulistica diversa per ogni singolo istituto.
L’onda lunga del Covid-19, che secondo stime fin troppo allarmistiche potrebbe comportare seri rischi di sopravvivenza per il 65% delle piccole e medie imprese (Pmi) italiane, può essere fronteggiata, seppure con inevitabili criticità, solo se il sistema bancario avrà la capacità, e la possibilità, di accogliere le richieste di milioni di imprese, in perenne e precaria ricerca di equilibrio finanziario.
Il tessuto delle aziende, storicamente sottocapitalizzate e fortemente esposte con il sistema creditizio, ha la necessità di interventi celeri e con minime formalità.
Il dl 18/2020 prevede molteplici misure a favore delle imprese e dei cittadini tramite il sistema bancario, contenuti nel Titolo III, tra i quali: art. 54 (Attuazione del Fondo solidarietà mutui «prima casa», c.d. «Fondo Gasparrini»), 55 (Misure di sostegno finanziario alle imprese), 56 (Misure di sostegno finanziario alle micro, piccole e medie imprese colpite dall’epidemia di Covid-19).
L’attivazione delle citate richieste fa carico al soggetto interessato o al professionista delegato che, tenuto conto dell’emergenza sanitaria in atto (divieto di spostamento, chiusura di molte attività comprese le banche), si sta dimostrando tutt’altro che agevole.
Sul punto è opportuna una modulistica uniforme, elaborata anche dalle associazioni bancarie più rappresentative, finalizzata a rendere agevole la compilazione della domanda e la fase istruttoria.
I primi modelli resi disponibili dalle banche sono differenziati in relazione all’istituto destinatario della domanda e, in molti casi, non sono neppure editabili, chiedono allegati, devono essere inoltrati a mezzo Posta elettronica certificata (Pec) o raccomandata, con l’ulteriore avvertenza che in caso di invio a mezzo posta elettronica, successivamente (passata la situazione emergenziale), l’interessato dovrà recarsi in banca per regolarizzare la sottoscrizione e per espletare le ulteriori formalità. Pertanto, risulta imprescindibile almeno un rapido coordinamento e un’azione univoca da parte dell’intero settore creditizio: tale omogeneità avrebbe un duplice e oggettivo pregio. Da un lato, l’agevolazione dell’attività dei professionisti o degli intermediari che assistono le imprese e i cittadini nella compilazione della modulistica, per effetto della standardizzazione delle procedure; per altro verso, evitando di creare difficoltà operative nei casi in cui un modulo o la documentazione da produrre risulti più complessa rispetto da quella prevista da altre banche. Tuttavia, in considerazione che il sistema creditizio da diversi anni ha investito e continua a investire ingenti risorse nella digitalizzazione (filiali automatizzate, casse self service e quant’altro), oltre all’home banking che ha trovato ampio impiego sia dalle imprese sia da parte di privati cittadini, è auspicabile l’implementazione di form elettronici, direttamente nei portali di accesso per l’home banking, in modo tale da rendere più semplice tutto l’iter di cui sopra.
Con ciò si eviterebbero diseconomie e inefficienze e le stesse banche avrebbero in tempo reale il polso della situazione, potendo anche gestire le richieste sulla base dei dati direttamente processabili. Questo rappresenterebbe indubbiamente un ulteriore passo verso l’open banking e, comunque, un’innovazione positiva.
In ogni caso, muovendo dal presupposto che il supporto non deve tradursi in un aiuto indiscriminato, ove sia acclarata l’assenza di un concreto merito creditizio, e, soprattutto, qualora sussista una conclamata reiterazione di irregolarità andamentali (soggetti «storicamente » inaffidabili), la celerità di reazione all’emergenza finanziaria è funzionale a scongiurare criticità addirittura superiori e che potrebbero trasformarsi, in tempi relativamente brevi, in una massa imponente di Npl (non performing loans), ossia sofferenze (bad loans), inadempienze probabili (unlikely-to-pay exposures, Utp), esposizioni scadute e/o sconfinate (overdrawn and/or past-due exposures), con conseguenti riflessi sulla centrale dei rischi.
A ben vedere, una tardiva risposta alle esigenze delle Pmi e dei cittadini rischia di precludere, irreparabilmente, la possibilità di futuri accessi al sistema del credito. Eventualità che, nella fase contingente, deve essere assolutamente scongiurata, pena il tracollo dell’economia.

Alessandro Pescari e Alessandro Pratesi

Fonte: ItaliaOggi | Guida manageriale all’emergenza Virus | 26.03.2020

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