L’imprenditore (accorto) pianifica il futuro

Per rimanere al passo del cambiamento, è necessario individuare le scelte tecnologiche e organizzative sui cui puntare.

Solitamente alla fine di ogni anno, l’imprenditore traccia un bilancio dei 12 mesi appena trascorsi e delinea la strategia per l’anno che viene. Cosa non facile, in particolare per le micro-piccole imprese (MPMI), causa una molteplicità di fattori.
A livello macro va ricordato che Il divario tra l’Italia e la media dei Paesi OCSE nello sviluppo economico negli ultimi vent’anni deriva essenzialmente dalle differenti dinamiche della cosiddetta produttività totale dei fattori, ossia delle scelte tecnologiche e organizzative delle imprese. Ed è proprio in questi 2 drive che sovente l’imprenditore non riesce a innestare quelle azioni essenziali per rimanere al passo del cambiamento costante che l’economia moderna richiede a qualsiasi attività.
La programmazione è fondamentale anche per le aziende a carattere familiare al fine di poter accrescere o consolidare i ritorni economico-finanziari, tali da remunerare i diversi componenti di capitale impiegati. Per tali ragioni, occorre individuare le opzioni più opportune per il core business (mercato – prodotto/servizio), oltre che quelle variabili derivanti da nuovi modelli/tecnologie, piuttosto che dal mutare della legislazione.
Andando per ordine, si potrebbe quindi abbozzare una scala prioritaria delle azioni da introdurre nel modello di business dell’impresa, puntando su:

  • piano di marketing (introduzione – aggiornamento);
  • organizzazione (competenze – management);
  • open innovation (adeguamento tecnologico);
  • investimenti (produttività – “Impresa 4.0”);
  • risorse finanziarie (capitale proprio – di terzi);
  • sostegno al credito (finanza alternativa e garanzie diverse);
  • focus legislativi (allerta e crisi d’impresa – agevolazioni tributarie – nuove opportunità/ obblighi).

Si tratta di un elenco ampio e complesso che l’imprenditore ha necessità di implementare nel tempo, facendo anche leva su risorse diverse e non sempre disponibili all’interno dell’azienda.
La tecnologia (in primis la digitalizzazione) ha il grande potere di ridefinire i settori, creare nuove minacce ed opportunità. Tuttavia, il cambiamento è necessario anche dinanzi all’incertezza e all’instabilità organizzativa che a un primo approccio possono spaventare e scoraggiare. Infatti, anche dal lato legislativo, il 2020 sarà un anno all’insegna di molti cambiamenti e che vedrà le imprese impegnate su più fronti. Tra questi, sicuramente, almeno per le imprese collettive (società), troveranno piena attuazione le disposizione del nuovo Codice della Crisi di impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. 14/2019), le numerose modifiche al piano Industria (oggi Impresa) 4.0 e le tante (troppe) modifiche fiscali che, di anno in anno, continuano a minare anche quella compliance a parole sempre ricercata e nella pratica mai attuata.
È chiaro che la piccola impresa, di fronte a simili scenari, si trova in difficoltà e che una riorganizzazione straordinaria (per esempio, salto dimensionale o di assetto proprietario e organizzativo) non è da sottovalutare.

Alessandro Pescari

Fonte: Ratioquotidiano.it | 30.12.2020